Recensioni verificate Soddisfatta del servizio.
Personale disponibile e gentile. Lo consiglio a tutti ...
Cliente Sorgente Genetica
logomysorgente

02  4948  5291

Aurora magazine

Nuovo test prenatale contro l’infezione da CMV

Un team dell’Università di Kobe ha scoperto un test prenatale non invasivo per individuare l’infezione da citomegalovirus. Si tratta di un metodo sicuro sia per il feto che per la madre, che potrebbe diventare ben presto di uso comune. Se non individuata per tempo, l’infezione congenita da CMV è infatti causa di perdita dell’udito e ritardo mentale.

Si calcola che negli Stati Uniti oltre 8.000 bambini all’anno soffrano delle complicazioni dovute al CMV. I dottori combattono l’infezione congenita con agenti antivirali, somministrati ai neonati venuti in contatto con il virus. Ciò presuppone però una diagnosi quasi immediata, al momento possibile solo con test appositi. Sono test del DNA eseguiti sulle urine del bambino, precisi ma difficili da allargare all’intera popolazione di nuovi nati. Un approccio più realistico prevede di effettuare l’analisi solo sui bambini nati dalle donne maggiormente a rischio, ma non è sempre fattibile.

Per individuare il rischio di infezione da citomegalovirus si effettua un test delle immunoglobuline M. Se il test risulta positivo, l’infezione è più probabile. Il test è però molto soggetto ai falsi positivi. È frequente che il test risulti positivo anche molti anni dopo la prima infezione, il che lo rende poco attendibile. Un metodo più preciso sarebbe un test del DNA prelevato dal liquido amniotico, ma è un’analisi che per molte donne può risultare troppo invasiva. Ecco perché il team giapponese ha effettuato una ricerca per un metodo più sicuro.

Lo studio ha coinvolto 300 donne positive al test delle immunoglobuline M. I ricercatori hanno effettuato test del DNA su campioni di sangue, urine e secrezioni della cervice. Hanno inoltre cercato eventuali tracce di infezione nel feto, mediante esami con gli ultrasuoni. Il team ha quindi analizzato tutti questi risultati dal punto di vista statistico, incrociando i dati con eventuali malformazioni fetali. È emerso che le analisi delle secrezioni della cervice hanno previsto gran parte dei casi di infezione da citomegalovirus. In caso di risultati positivi nei test preliminari, potrebbe quindi confermarli o smentirli, consentendo di intervenire per tempo con i trattamenti migliori.

Fonte: news-medical.net