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Aurora magazine

Un test prenatale misura il rischio di aborto spontaneo

Un test prenatale non invasivo misura il rischio di aborto spontaneo. Il meccanismo è lo stesso dietro ai test per la diagnosi prenatale di sindrome di Down e di altre malattie. Basta una goccia di sangue per individuare le anomalie cromosomiche del feto. In questo modo si può capire qual è il rischio di complicazioni, il tutto prima della 10a settimana di gestazione.

Le anomalie cromosomiche sono presenti in 1 bambino nato vivo su 1.000. Le più comuni sono individuabili grazie ad appositi test prenatali non invasivi, che funzionano con una sola goccia di sangue. Gli scienziati stanno però elaborando nuovi test per diagnosticare malattie rare ereditabili e altre anomalie.

Si calcola che sopravviva solo il 50% dei feti con anomalie cromosomiche rare. Individuarle nelle prime fasi della gestazione consentirebbe di misurare il rischio di aborto spontaneo. Un team australiano ha quindi elaborato un test prenatale a questo scopo. I ricercatori hanno individuato 90 anomalie cromosomiche rare, il 70% delle quali sono state associate a complicazioni gravi e aborto.

In caso il test risulti positivo, i medici potrebbero consigliare di procedere con analisi più invasive. Ciò consentirebbe alle famiglie di scegliere come affrontare il rischio e di prepararsi a un’eventuale esito negativo della gravidanza.

Fonte: newscientist.com