Negli ultimi anni stiamo assistendo a un sempre maggiore utilizzo della biopsia liquida. Questa tecnica consente infatti di eseguire screening genetici non invasivi e sicuri. La si utilizza soprattutto nell’ambito dello screening prenatale, ma stanno nascendo test anche per individuare i biomarcatori tumorali. Man mano che le tecnologie si fanno più precise, aumentano le possibili applicazioni per la medicina personalizzata.
Nella biopsia liquida, i medici analizzano il DNA delle cellule in sospensione all’interno del sangue. Nel caso del test del DNA fetale, si separano le cellule del feto da quelle materne. È possibile anche analizzare eventuali cellule tumorali, così da monitorare la progressione del cancro. Ciò permette di adattare la terapia alla risposta del corpo, senza aspettare che gli effetti positivi o – soprattutto – negativi siano evidenti. Ciononostante, ci sono ancora molti studi in corso sul tema della biopsia liquida.
Due degli studi principali riguardano l’applicazione contro il melanoma e i tumori in generale. Il team della dottoressa Tatiana Burjanivova ha individuato una mutazione genetica propria del melanoma. Di conseguenza, può fungere da biomarcatore genetico per una diagnosi precoce e un migliore trattamento della malattia. Il team del dottor Hui Kang, invece ha individuato alti livelli di RNA SOX2-OT in coloro che soffrono di carcinoma ai polmoni. Più i livelli sono alti, più è avanzata la malattia e più metastasi ci sono.
Le biopsie liquide prometto di rivoluzionare i test di laboratorio nell’arco della prossima decade. I test di screening prenatale sono stati solo un inizio e le possibili applicazioni sono centinaia.
Fonte: eurekalert.org