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Aurora magazine

Il primo bambino figlio di tre genitori sta bene

È nato in Messico il primo bambino figlio di tre genitori. Oggi ha cinque mesi e sta bene. Il DNA del bambino è frutto del patrimonio genetico di un uomo e di due donne. Una di queste è la donatrice dei mitocondri, dentro i quali è stato inserito il patrimonio genetico dell’altra. La tecnica ha consentito al bambino di nascere senza il gene della sindrome di Leigh, una malattia del sistema nervoso.

I mitocondri sono gli organelli responsabili della respirazione cellulare e sono dotati di un loro patrimonio genetico. Pur non influenzando le caratteristiche fisiche dell’individuo, il DNA mitocondriale può portare con sé alcune patologie genetiche. In questi casi si parla di eredità asimmetrica, poiché i mitocondri sono trasmessi solo dalla madre.

Per evitare l’eredità asimmetrica, in teoria, basta inserire il patrimonio genetico della madre in un ovocita sano. Poiché il DNA mitocondriale appartiene a una donatrice sana, il bambino non erediterà nessuna delle anomalie altrimenti trasmesse dalla madre. E poiché il DNA mitocondriale influenza solo per lo 0,1% il patrimonio genetico dell’individuo, il bambino rimarrà a tutti gli effetti figlio della coppia base.

La coppia protagonista di questa storia aveva già provato ad avere figli. Il gene per la sindrome di Leigh aveva però già provocato quattro aborti spontanei, mentre due bambini erano morti per la sindrome. Da qui la decisione di rivolgersi al team statunitense per la fecondazione assistita a tre genitori. Gli scienziati hanno svuotato l’ovocita di una donatrice, inserendovi il DNA della donna. Dopodiché hanno usato lo sperma del marito per fecondarlo. Ne sono risultati cinque embrioni, di cui solo uno sano poi impiantato.

La fecondazione assistita a tre genitori è una tecnica controversa. I bambini nati dai primi tentativi, fatti negli anni Novanta, hanno infatti evidenziato anomalie cromosomiche in gravidanza. Oggi la tecnica ha fatto grossi passi in avanti, ma sarà comunque necessario tenere il bambino sotto controllo.

Fonte: wired.it