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Nuovi marker per le forme più gravi di sclerosi multipla

Gli scienziati delle Università di Yale, dell’Oregon e della California hanno scoperto nuovi marker per le forme più gravi di sclerosi multipla. Sono due citochine collegate tra loro, che potrebbero spiegare perché alcune persone sviluppano la forma più violenta della malattia. Se l’intuizione si rivelasse esatta, potrebbe migliorare la diagnosi e il trattamento della malattia.

La citochina chiamata “fattore inibitore della migrazione dei macrofagi” è associata alla proteina D-DT. Queste citochine aumentano l’infiammazione nel sistema nervoso centrale, stimolando il progredire della malattia. I ricercatori hanno scoperto che sono collegate all’espressione di MIF, una variante genetica frequente in chi soffre delle forme più gravi di sclerosi multipla.

Secondo lo studio, uno screening genetico consentirebbe di identificare la variante genetica MIF. In questo modo sarebbe possibile individuare i soggetti più a rischio, con tutti i vantaggi di una diagnosi precoce. La scoperta apre inoltre le porte a trattamenti più mirati, pensati per agire nello specifico su chi soffre delle forme più acute di sclerosi. Basterebbe un semplice test genetico per ottimizzare le cure con farmaci ad hoc, facendo risparmiare tempo e denaro.

Gli scienziati devono la scoperta alle osservazioni cliniche fatte su pazienti affetti da sclerosi multipla. A queste hanno affiancato le analisi immunologiche e genetiche di campioni di tessuti prelevati da loro. Hanno inoltre usato i dati per sostenere l’efficacia di un farmaco sviluppato in precedenza, che era stato testato solo su modelli animali.

Fonte: yale.edu