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Aurora magazine

L’esposizione prenatale al bisfenolo A altera il cervello?

Secondo un team dell’Università di Calgary, l’esposizione prenatale al bisfenolo A (BPA) potrebbe alterare lo sviluppo cerebrale. Anche i livelli considerati sicuri, causerebbero invece anomalie comportamentali in età adulta.

Il bisfenolo A è una sostanza chimica contenuta in un gran numero di oggetti di uso comune. Lo si usa per le bottiglie d’acqua, la carta, i contenitori per i cibi già pronti. Si sa che in grosse quantità interferisce con il sistema endocrino. Secondo alcuni studi, avrebbe effetti negativi sugli ormoni anche in quantità più piccole. Per la prima volta i ricercatori mettono in luce un possibile legame tra BPA e anomalie cerebrali.

La ricerca riassume gli studi effettuati su modelli animali ed esseri umani. Ne emerge un quadro sconfortante sugli effetti dell’esposizione prenatale alla sostanza. Tra i bambini più esposti al bisfenolo A nel grembo materno, infatti, ci sarebbe un alto tasso di problemi comportamentali. I ricercatori sospettano quindi che la sostanza alteri in maniera permanente lo sviluppo cerebrale del feto.

Ad oggi le agenzie mondiali considerano la sostanza sicura. Se il BPA è davvero così tossico, dove sono i presunti danni cerebrali? Questo studio è il primo ad aver mostrato la natura delle anomalie e ad aver evidenziato un possibile legame con la sostanza. Gli embrioni esposti al bisfenolo A sviluppano un numero maggiore di neuroni rispetto a quelli non esposti.

Lo sviluppo cerebrale segue una serie di passi ben distinti. Uno sviluppo precoce di certi neuroni significa che questi migreranno in zone sbagliate del cervello. Creeranno così connessioni sbagliate e provocheranno conseguenze sul lungo periodo. L’esposizione prenatale al BPA pare quindi avere effetti permanenti, simili nelle cavie e negli esseri umani. Almeno questo è quanto afferma lo studio. Per confermarlo saranno necessarie altre ricerche mirate.

Fonte: endocrine.org