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Aurora magazine

I test prenatali contro la sifilide sono sempre più importanti

L’United States Preventive Services Task Force (USPSTF) raccomanda a tutte le donne di eseguire test prenatali per la sifilide. Il numero di contagi negli Stati Uniti è infatti raddoppiato tra il 2012 e il 2016. La malattia è quindi un pericolo reale, che rischia di coinvolgere adulti e perfino neonati. La dimostrazione sta nell’aumento dei casi di sifilide congenita.

La sifilide è una malattia sessualmente trasmissibile, ma è possibile che la madre contagi il feto durante il parto. In questo caso si parla di sifilide congenita, condizione legata a morte neonatale. Nel 2012 erano stati registrati 8.4 casi ogni 100.000 nuovi nati. Nel 2016, il numero è salito a 15.7 casi ogni 100.000 nuovi nati.

Il numero che fa più paura è un altro, però. Uno studio del 2014 riportava che il 20% delle donne incinte malate di sifilide non aveva ricevuto nessun trattamento prenatale. Tra quelle che avevano avuto una diagnosi, il 30% aveva ricevuto trattamenti inadeguati. In più, il 43% non aveva ricevuto nessun trattamento specifico per la sifilide, nonostante le cure prenatali generali.

In considerazione dei dati raccolti, l’USPSTF raccomanda screening ripetuti lungo tutta la gestazione. Un solo screening nel primo trimestre potrebbe essere insufficiente, specie in caso di soggetti ad alto rischio. La Task Force raccomanda di spingere il test soprattutto tra donne con storie di droga e malattie sessualmente trasmissibili. Nel caso degli Stati Uniti, quindi, sarebbe bene che le assicurazioni sanitarie inserissero lo screening contro la sifilide tra i servizi offerti.

Fonte: medscape.com