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Aurora magazine

Restituire il sorriso con il nuovo centro di chirurgia maxillo-facciale dell'Umberto I

Apre al Policlinico Umberto I un nuovo centro di chirurgia maxillo-facciale, pensato per correggere malformazioni come il labbro leporino e ridare il sorriso a tanti bambini.

Molti casi di malformazioni del viso non sono diagnosticate in gravidanza. È quindi un duro colpo per i genitori scoprire al momento della nascita che il proprio bambino ha un problema. E anche nei casi di diagnosi in gravidanza, è necessario che le future mamme siano accompagnate da un'assistenza psicologica e pratica. È fondamentale che i medici sappiano indirizzare i genitori verso ospedali attrezzati per affrontare il problema. In questi casi, infatti, un comune ospedale pediatrico può non bastare.

Le malformazioni facciali sono molte, ma la più comune è il labbro leporino, che colpisce un bambino su 500. A seconda del grado di gravità, può colpire labbro, palato o entrambi. È una malformazioni facile da trattare, per la quale basta un'operazione programmata tra il quarto e il sesto mese.

Molto più dura è affrontare malformazioni che determinano forti anomalie nella mandibola, se non la sua completa assenza. In questi casi la stessa sopravvivenza del bambino è a rischio ed è necessario un intervento operato da mani esperte. Rivolgendosi alle persone giuste, come i medici del nuovo centro del Policlinico Umberto I, i risultati possono però essere straordinari.

Il centro di chirurgia maxillo-facciale dell'Umberto I non solo mira a restituire la funzionalità di muscoli e ossa, ma presta anche attenzione al fattore estetico. Particolari come la forma del naso e delle labbra, pur non essendo vitali al fine della riuscita dell'operazione, lo possono essere per il benessere psicologico del bambino. È inoltre fondamentale stare costantemente accanto alle mamme. Bisogna rassicurarle e far capire loro che andrà tutto bene.

Il passo più importante nella lotta contro le malformazioni facciali deve però essere ancora fatto. È infatti necessario puntare molto di più alla prevenzione, con lo studio di protocolli specifici per gli ecografisti. Anche nel caso di malformazioni di origini genetica, la diagnosi prenatale può avere un ruolo fondamentale.

Fonte: corriere.it