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Paralisi periodiche: cosa sono e come si manifestano

Con paralisi periodiche si intendono un gruppo di patologie muscolari eterogenee. Sono caratterizzate da episodi di debolezza e di paralisi muscolari, che colpiscono soprattutto gli arti. Gli episodi hanno una durata variabile, ma spesso durano pochissimo e si presentano a intervalli irregolari. Ciò contribuisce a rendere la diagnosi difficoltosa.

In gran parte dei casi, le paralisi periodiche sono condizioni ereditarie. Sono malattie a trasmissione autosomica dominante: basta che un genitore abbia il gene mutato, per avere il 50% di probabilità di trasmissione. Chi eredita il gene mutato ha muscoli vulnerabili ai cambiamenti nei livelli di potassio nel sangue. A seconda che il potassio sia troppo o troppo poco, si parla di paralisi ipocaliemica o ipercaliemica.

I primi sintomi di paralisi periodiche compaiono durante infanzia o adolescenza. Si verificano soprattutto al risveglio, o dopo aver riposato. In alternativa, si manifestano in seguito a sforzi fisici intensi o al consumo di cibi ricchi di carboidrati. Sono anche ricollegabili al consumo di alcol e di sale in eccesso.

I sintomi possono variare in maniera notevole, a seconda delle condizioni del paziente. In generale, questi includono debolezza o paralisi dei muscoli di fianchi, spalle, gambe, braccia. Gli episodi possono durare tra le 3 e le 23 ore, troppo poco tempo per garantire una diagnosi sicura. I test genetici sono essenziali per dare un responso chiaro. In caso di episodi ricorrenti in famiglia, si può pensare anche alla diagnosi prenatale.