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Aurora magazine

Acido folico e prevenzione delle malformazioni congenite

Uno studio del British Medical Journal rivela che i difetti del tubo neurale sono ancora un grosso problema in Europa. Eppure per prevenirli basterebbe una regolare assunzione di acido folico in gravidanza.

I ricercatori hanno analizzato i dati degli ultimi 20 anni riguardanti i casi di anomalie del tubo neurale, come la spina bifida e l'anencefalia. Dalle analisi risulta che in questi anni l'incidenza è rimasta di nove casi su diecimila nascite. Nonostante le campagne di prevenzione, il numero di bambini affetti da queste anomalie non è diminuito.

Eppure la prevenzione dei difetti del tubo neurale, ovvero la struttura embrionale che dà origine al sistema nervoso, è molto facile. Basta che le future mamme assumano il giusto quantitativo di vitamina B19, detta anche acido folico. Già solo questa piccola accortezza eviterebbe la metà delle malformazioni. Ciononostante sono poche le donne che seguono le raccomandazioni dei medici, assumendo acido folico mentre pianificano la gravidanza e durante i primi mesi della gestazione.

L'acido folico ha un ruolo importante nella produzione del DNA, dell'RNA e di altre molecole. È inoltre fondamentale per la corretta differenziazione e proliferazione delle cellule dell'embrione, in particolare in fasi delicate come la creazione dei primi abbozzi di organi.

Gli autori dello studio suggeriscono di aggiungere acido folico ai cibi, come viene già fatto negli Stati Uniti. Infatti, l'assunzione dell'acido folico e delle vitamine del gruppo B in gravidanza riduce il rischio di malformazioni congenite del 70%.

Fonte: iodonna.it

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Quanto aumentare di peso in gravidanza

Durante la gravidanza mantenere sotto controllo l'aumento di peso è importante per garantire la salute di mamma e bambino.

Il peso durante la gestazione può infatti influire sull'insorgere di problemi di salute nella donna o nello sviluppo del bambino. I medici hanno stabilito delle linee guida sull'aumento di peso e delle calorie da consumare nella dieta in gravidanza.

La curva di aumento del peso varia da donna a donna. Il calcolo viene effettuato sulla base dell'Indice di Massa Corporea (IMC) della donna prima della gravidanza. Per una donna con un'indice di massa corporea nella media (tra 18,5 e 25), l'aumento di peso consigliato è tra gli 11 e i 16 kg.

Linee guida dell'IOM (Institute of Medicine) danno anche delle indicazioni per le donne che non rientrano nella fascia considerata normopeso. Una donna con un IMC inferiore a 18 è considerata sottopeso ed è consigliato un aumento di peso tra i 12 e i 18 kg. Le donne in sovrappeso (IMC tra 25 e 30) dovrebbero aumentare di 7-11 kg mentre chi è in sovrappeso non dovrebbe superare i 6 kg.

Anche il fabbisogno calorico deve quindi aumentare e può essere differente da donna a donna. Mediamente si stima che il fabbisogno calorico supplementare durante la gravidanza è di 150-200 kcal al giorno. I valori vanno comunque concordati con il ginecologo a seconda della costituzione della donna e dell'eventuale attività fisica praticata.

grafico peso gravidanza

Fonte: Linee Guida per la gravidanza fisiologica - Revisione 2011

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Test genetico dna fetale: uno strumento sempre più utile in gravidanza

Da un semplice test ematico è possibile, anche in assenza di sintomi, rintracciare malattie anche gravi, anche nelle donne in gravidanza.

Secondo gli studi di ricercatori americani e italiani, in futuro gli esami sangue saranno sempre più importanti per ricercare eventuali patologie e tumori, oltre che eventuali malformazioni dei bambini con un test DNA fetale. Nel sangue infatti sono presenti cellule provenienti da tutti gli organi, frammenti di DNA, e proteine prodotte da processi metabolici. Se oggi si indaga sulla possibilità futura di analizzare il sangue umano per giungere a diagnosi relative a malattie del cervello (morbo di Alzheimer, depressione, demenza senile), occorre ricordare che il punto di partenza di questi studi è stato rappresentato dalla diagnosi prenatale.

Nei lontani anni Settanta gli scienziati hanno scoperto che il sangue della futura madre contiene anche alcune cellule del nascituro. Intorno al 2000, gli studiosi hanno imparato a leggere il Dna umano e negli ultimi anni – grazie ai progressi tecnologici – è stato possibile analizzarlo a velocità sempre crescenti. Sfruttando questa tecnologia, sono stati elaborati test DNA fetale per la diagnosi prenatale, in grado di analizzare il materiale genetico nel sangue della futura mamma per rilevare se il piccolo nascerà con la sindrome di Down. Tutto questo in modo molto meno invasivo rispetto all'amniocentesi, un esame che porta con sé ancora un rischio (seppur minimo) di perdere la gravidanza.

Fonte: “La Repubblica”

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Poco sale e iodato per prevenire le disfunzioni della tiroide

Poco sale e iodato per prevenire le disfunzioni della tiroide

Alimentazione corretta, sale iodato e integratori a base di iodio rappresentano gli elementi di base nella prevenzione delle malattie tiroidee. Un tema molto importante per le future mamme: una donna su tre infatti non è a conoscenza del fatto che durante la gravidanza il fabbisogno di iodio del corpo quasi raddoppia.

La prevenzione delle malattie tiroidee riguarda adulti e bambini, ma anche le donne in gravidanza, che dovrebbero sottoporsi regolarmente a test di screening prenatale. Secondo alcuni recenti dati infatti una donna su tre non sa che il fabbisogno di iodio nei nove mesi della gravidanza risulta quasi raddoppiato. Nove mamme su dieci non prestano la dovuta attenzione al fatto che il proprio bambino assuma o meno un’adeguata quantità di iodio attraverso il cibo, credendo magari che il sale marino possa essere di per sé sufficiente per coprire il fabbisogno di iodio. Inoltre, una ricerca recentemente apparsa su “Lancet”, condotta da un team di nutrizionisti inglesi, ha mostrato una correlazione tra il quoziente intellettivo di alcuni bambini inglesi e l’adeguata la nutrizione iodica delle rispettive madri, in particolare durante i primi tre mesi di gravidanza.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato il fabbisogno giornaliero di iodio in gravidanza quantificandolo in almeno 250 mg di iodio (in pratica due volte quello consigliato al resto della popolazione). Gli ormoni tiroidei materni e fetali sono infatti fondamentali per un normale sviluppo del cervello del neonato. Spesso però, nel caso delle donne in gravidanza, il consumo anche rilevante di sale iodato non riesce da solo a far fronte all’aumento fabbisogno giornaliero. Occorre perciò assumere ogni giorno integratori multivitaminici contenenti iodio o capsule molli di iodio e mantenere sotto controllo la salute del bambino con periodici esami di screening prenatale.

Fonte: “Il Corriere della Sera”

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