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Sorgente a Bimbinfiera: incontrate gli esperti l’8 e il 9 ottobre

Sabato 8 e domenica 9 ottobre a Segrate (MI) si tiene Bimbinfiera, la fiera dedicata alle mamme in attesa e ai bambini fino a 10 anni. Bimbinfiera è la manifestazione più grande d’Italia nel settore della gravidanza e della prima infanzia. Il Parco Esposizioni Novegro ospita aree informative e ludiche, dedicate alle mamme e ai loro bambini.

I temi principali di Bimbinfiera sono quella della sicurezza e della salute dei più piccoli, da preservare mediante controlli medici e uno stile di vita sano. Nei diversi stand sono quindi presenti pediatri, nutrizionisti e odontoiatri, cui le mamme possono esporre i propri dubbi. A poco vale un’alimentazione sana, però, se si conduce una vita sedentaria. Ecco quindi l’Area Sport, per spingere anche i bambini più recalcitranti a fare attività fisica. Qui i piccoli potranno provare i principali sport, scoprendo la bellezza del gioco di squadra e del movimento. L’Area Sport è adatta anche ai bambini costretti in carrozzina, affinché giochino e si divertano insieme a tutti gli altri.

In occasione della fiera sarà presente anche uno stand di Sorgente, società specializzata nella conservazione delle cellule staminali del cordone. Le future mamme potranno parlare con gli esperti del settore, per scoprire l’importanza di questo grande gesto di amore verso il loro bambino. Purtroppo ancora pochi conoscono l’importanza di queste cellule, che possono salvare la vita in caso di malattie ematologiche, immunologiche, genetiche, metaboliche e oncologiche. Nonostante il loro valore inestimabile, l’80% dei cordoni finisce tra i rifiuti speciali dopo il parto: uno spreco incredibile.

Per saperne di più, venite a visitare lo stand di Sorgente a Bimbinfiera: gli esperti saranno felici di rispondere a qualsiasi domanda.

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1 donna in gravidanza su 3 non sa se è protetta dalla rosolia

L’Istituto Superiore di Sanità ha condotto un sondaggio riguardante i rischi della rosolia in gravidanza. Dai dati emerge che solo 1 donna su 3 conosce il proprio stato immunitario contro la rosolia. Risultati molto gravi, se si pensa a quanti danni può causare la rosolia al feto, individuabili talvolta solo con un apposito screening prenatale.

I dati riportati sul portale del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute sono preoccupanti. Ne emerge che solo 4 donne su 10 sono vaccinate contro la rosolia e che solo 1 su 3 conosce lo stato della sua protezione. Tra le donne in età fertile c’è quindi poca consapevolezza dei problemi che un’infezione in gravidanza potrebbe provocare.

I dati di cui sopra variano in base alla regione di appartenenza delle intervistate. La regione con più donne vaccinate è il Veneto, che vanta ben il 65% delle donne fertili protette contro la rosolia. Va invece molto peggio la Val D’Aosta, dove solo il 21% delle donne si dichiara vaccinata. L’età è un’altra discriminante di rilievo: il 57% delle giovani tra i 18 e i 24 anni è vaccinata, contro il 34% delle donne tra i 35 e i 49 anni.

Perché tanta preoccupazione a proposito della rosolia? La rosolia è causata da un virus della famiglia Rubivirus e si manifesta con eruzioni cutanee rossastre. È una malattia dell’infanzia, ma se non contratta da bambini può manifestarsi anche più tardi. Su adulti e bambini è innocua, ma in gravidanza può recare gravi danni al feto. Nel primo trimestre è spesso causa di aborto spontaneo, mentre più avanti può portare a malformazioni del bambino.

A causa della pericolosità della rosolia, è bene che le donne in cerca di una gravidanza si vaccinino. A quante avessero contratto la malattia in gravidanza, si consiglia di verificare lo stato di salute del feto con uno screening prenatale.

Fonte: milanosanita.it

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Il 50% delle donne continua a bere in gravidanza

L’Istituto Superiore di Sanità lancia l’allarme: in Italia poco più del 50% delle future mamme continua a bere.

Si parla di almeno 2 bicchieri di alcool durante la gravidanza, una quantità in apparenza minima, ma comunque estremamente pericolosa per il feto. Pericoli talvolta individuabili mediante diagnosi prenatale, altre volte molto più subdoli.

Si calcola che il consumo massimo di alcool in gravidanza dovrebbe essere di un bicchiere. Ciononostante, il 50% delle donne in gravidanza dichiara di mantenere le abitudini che aveva prima della gravidanza. Considerando che l’età media della gravidanza in Italia è tra i 30 e i 35 anni, il consumo medio di alcool durante la gestazione è appunto di due bicchieri. Ciò significa che 7 neonati su 100 sono esposti all’alcool mentre sono ancora nel grembo materno.

Gli effetti dell’alcool in gravidanza più gravi ed evidenti, individuabili spesso mediante diagnosi prenatale, sono malformazioni e patologie di vario tipo. Ci sono però anche effetti individuabili solo dopo la nascita, durante la crescita del bambino. Si parla di capacità cognitive alterate, disturbi della crescita, mancanza di reattività.

Se possibile, l’alcool andrebbe evitato anche prima della gravidanza. Organi vitali come cuore e cervello si formano infatti durante i primi 15 giorni dal concepimento. Molte donne sono sanno di essere incinte in quella fase e l’eccesso di alcool potrebbe minare allo sviluppo dei neuroni.

Fonte: ansa.it

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Eccesso di zuccheri in gravidanza: provoca ADHD nel bambino?

L’eccesso di zuccheri e di grassi in gravidanza potrebbero facilitare lo sviluppo del Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD). Lo rivela una ricerca proveniente dal King's College London e dalla University of Bristol. È il primo studio che collega cambiamenti epigenetici evidenti già alla nascita, alimentazione poco sana della madre e deficit di attenzione nel bambino.

Lo studio ha analizzato 83 soggetti nati negli anni ’90, affetti da disturbi del comportamento. I deficit di attenzione e i disturbi infantili del comportamento si presentano spesso insieme. I ricercatori li hanno confrontati con 81 soggetti con un basso livello di problematiche legate al comportamento. Il primo gruppo ha presentato una elevata metilazione del gene IGF2, coinvolto nello sviluppo delle aree del cervello che controllano il comportamento. Anomalie in queste aree cerebrali sono collegate allo sviluppo sia dell’ADHD sia dei disturbi comportamentali. È infatti emerso che più alta è la metilazione, più saranno marcati i sintomi del deficit d’attenzione tra i 7 e i 13 anni.

Studi passati hanno analizzato i figli di donne che hanno sofferto la fame durante la guerra. I risultati hanno mostrato le differenze nel gene IGF2 ricollegabili all’ADHD. Il nuovo studio ha approfondito la scoperta, mostrando che troppo grasso, troppi zuccheri e troppi cibi confezionati in gravidanza hanno lo stesso effetto. Le madri di bambini affetti da problematiche legate al comportamento hanno infatti spesso condotto una cattiva alimentazione materna in gravidanza. È ancora da chiarire però quali carenze alimentari siano alla base dell’anomalia genetica.

Il prossimo passo è analizzare le varie tipologie di alimentazione in gravidanza e i nutrienti utili a migliorare la salute del bambino (come lo iodio o l'acido folico). I ricercatori sperano di trovare quella migliore, così da ridurre i problemi di ADHD e i disturbi comportamentali nei nuovi nati.

Fonte: sciencedaily.com

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